I miracoli di Gesù

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Il miracolo del piccolo Levi a Nobe (531.18 - 531.19)

Ritorna Andrea di corsa. Parla affannato: "Maestro,... il bambino proprio è morente... D'improvviso... Sembravano pazzi... Ma quando Elisa ha detto: "Li manda il Signore" e io ... credevo che capissero: "per il letto funebre", la madre e il padre... insieme, hanno detto: "Oh! è vero! Corri a chiamarlo. Egli lo guarirà."
"La parola della fede. Andiamo" e Gesù esce quasi di corsa. Naturalmente tutti lo seguono, anche il vecchio Giovanni, arrancante, in coda a tutti.
La casa è in fondo al paese. Ma Gesù presto vi arriva e si fa largo fra la gente che ingombra la porta aperta. Va diritto ad una stanza in fondo all'andito, perchè è una casa vasta con molti abitanti, forse fratelli fra loro.
Nella stanza, curvi sul letto improvvisato, il padre, la madre ed Elisa... Non vedono Gesù altro che quando Egli dice: "La pace a questa casa."
Allora lasciano il letto gli infelici genitori, e si gettano ai piedi di Gesù. Solo Elisa resta dove è, intenta a sfregare le membra, che ghiacciano, con sostanza aromatiche.
Il piccolo è proprio in estremo, il suo corpo ha già la pesantezza e l'abbandono della morte e il visetto è cereo con le narici fuligginose e le labbra violacee. Il piccolo respira a fatica, con spasimo del piccolo petto, e ogni respiro sembra sempre l'ultimo tanto è staccato dal precedente.
La madre piange col viso sui piedi di Gesù. Il padre, pure lui curvo sino a terra, dice: "Abbi pietà! Abbi pietà!" Non sa dire altro.
Gesù dice: "Levi, vieni da Me" e tende le braccia.
Il piccolo, un fanciullino di cinque anni circa, ha come una scossa, come se qualcuno l'avesse chiamato forte mentre dormiva. Si siede senza fatica, si sfrega con i pugnelli gli occhietti, si guarda intorno come stupito e vedendo Gesù con un sorriso si getta giù dal lettuccio e va sicuro, nella sua tunichella,verso il Salvatore.
I genitori, curvi come sono, non vedono nulla. Ma le esclamazioni di Elisa che grida: "Bontà eterna!", e degli apostoli e curiosi che dall'andito hanno un : "Oh!" stupefatto, li avvertono di quel che avviene, alzano il viso dal suolo e vedono il figliolino lì, sano come mai fosse stato morente...
La gioia fa ridere, fa piangere, urlare e tacere, a seconda delle reazioni dell'individuo. Qui produce uno stupore muto, quasi spaurito... E' troppa la differenza fra la condizione precedente e quella attuale, e i due poveri genitori, già sbalorditi dal dolore, stentano ad accogliere la gioia.